Che fortuna essere piccoletti...
Gesù appare ai piccoli: questo è il fulcro della bella riflessione che il Direttore dell'Oratorio ci offre in preparazione alla Santa Pasqua
sabato 19 aprile 2025
Entrando al Don Bosco in questi giorni si può ammirare un presepe insolito, allestito nello spazio antistante la direzione.
Su uno sfondo scuro si è creata un’apertura, non molto grande, e poste su un piano girevole si possono ammirare quattro scene che caratterizzano il triduo: l’entrata trionfale di Gesù a Gerusalemme, l’ultima cena, la crocifissione e il sepolcro vuoto della domenica di Pasqua, compongono il nostro “presepe pasquale”.
Chi è “piccoletto”, come me, può ammirare con comodità l’opera d’arte dei nostri presepisti, ma chi, come un noto amico e collaboratore, arriva ai due metri d’altezza, fa un pò fatica. Ed è qui che nasce la mia riflessione sulla Pasqua alle porte, facendo un parallelo tra dimensioni fisiche e grandezze spirituali. Ripenso a coloro a cui è apparso Gesù risorto e mi rendo conto che, a partire da Maria Maddalena, fino ai discepoli di Emmaus, passando per gli apostoli, rinchiusi nel cenacolo, Gesù appare ai piccoli. Certo non piccoli di statura, ma piccoli perché semplici, disarmati, paurosi, in crisi. Piccoli perchè senza nessun potere contro coloro che governavano Gerusalemme e l’intera Palestina. Solo chi è piccolo, povero, semplice può cogliere la grandezza infinita dell’incontro con il Risorto. Chi è troppo forte, troppo grande, chi è “troppo” non ha bisogno di riconoscere la risurrezione, se non come qualcosa di curioso e scomodo allo stesso tempo, addirittura irritante. Chi è piccolo sente che nella Risurrezione di Gesù c’è qualcosa di nuovo, non solo perché la morte viene sconfitta, ma perché si svela un senso più imponente della vita stessa. Essere piccoli dentro per poter cogliere l’immensità del dono di Dio, che vince l’inevitabile disfacimento e oblio dell’esistenza, che si scontra con la morte. Gesù ci ha preparati a questo lungo tutto il corso della sua vita terrena e il Vangelo è pieno di questa logica. Le beatitudini, l’essere come bambini per entrare nel regno dei cieli, Gesù esulta nel suo cuore e ringrazia il Padre di aver svelato queste cose ai piccoli e non ai dotti, l’incontro di Gesù con coloro che sono considerati scarti dell’umanità… La logica di Dio è chiara: solo i piccoli possono “contenere l’infinito”.
Il bambino, di fronte ad ogni problema, situazione difficile, sofferenza e paura, sa che ci sono papà e mamma e in braccio a loro non teme nulla. Di fronte alla morte Gesù si abbandona alle braccia del Padre, al Quale consegna il suo spirito. Ecco che l’invisibile e silenziosa potenza della risurrezione viene colta da chi sente che Dio è colui in braccio al quale non deve temere alcun male.
Togliamoci dalla testa la presunzione di poter fare da soli, di essere auto-sufficienti, di bastare a noi stessi e la bellezza della domenica di Pasqua sarà chiara a ciascuno. La gioia della risurrezione è serena e pacificante. A tutti l’augurio di fare proprio l’invito del Vangelo all’umiltà e all’apertura del cuore a Dio e ai fratelli. Che Pasqua significhi perdono a chi non riesco a perdonare, accoglienza a chi non sopporto, attenzione a chi considero antipatico… L’essere piccoli ci disarma dal senso di prepotenza di fronte al prossimo e ci arma della serena forza di chi è abbracciato al Risorto.
Buona Pasqua dalla comunità salesiana del Don Bosco
Buona Pasqua dalla comunità salesiana del Don Bosco
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