Quando il Natale non mi accende

Il Natale è l'occasione più preziosa per rendere ardente la nostra vita!
martedì 24 dicembre 2024

Quando il Natale non si accende

A me piace tanto il falò. Il calore del fuoco e il crepitio della legna che arde. A volte, sulla cenere spenta, si trova un grosso pezzo di legno bruciato sulla superficie e ancora integro e compatto all’interno. Ma quel pezzo di legno non si accende, non prende fuoco e per bruciare ha bisogno di un’alta temperatura, che solo una fiamma importante può dare. 
Mi sento spesso dire: “Questo Natale non lo sento come una volta, questo avvento non l’ho vissuto bene, questo periodo lo percepisco freddo e ha perso il calore di un tempo…” Un Natale che non mi accende più, che non mi scalda il cuore, che non smuove le emozioni di quando ero bambino. L’uomo contemporaneo ha continuamente bisogno di esperienze nuove che diano una scossa alle emozioni, qualcosa che accenda il proprio sentimento. Temo che nella ricerca di ciò che ci infiamma, facciamo la fine del pezzo di legno che rimane sulle braci spente, carbonizzato all’esterno, ma ancora interamente integro all’interno. Il pezzo di legno che non prende fuoco siamo noi uomini, donne e anche noi cristiani di oggi.

Siamo brave persone, impegnate, serie, con principi morali adamantini. Temo che per molti di noi la fede si sia fermata alla superfice della vita, sia un’esperienza solo emozionale; nella fede cerchiamo qualcosa che ci consoli, ci gratifichi, nutra il narcisismo che impera nella mentalità di questo secolo e da cui anche noi siamo segnati. Limitiamo l’incontro con Gesù ad una serie di esperienze che hanno acceso la nostra emotività, ma non sono scese in profondità, andando ad infiammare la nostra vita e le nostre scelte. 
In questi giorni, nelle confessioni, incontro persone di tutte le età, persone belle, sofferenti, con desiderio di verità e profondità nel cuore.
Sento giovani che faticano a farsi accendere da ciò che il Vangelo propone. Ci sono gli impegni della vita, sempre più assillanti, che tolgono tempo al rapporto con Dio e ci allontanano.  Credo che il Natale sia l’occasione per rendere ardente la vita.

Davanti a me ho una statua di Maria, che tiene in mano il bambino. Mi commuove vedere quella mamma, che come tutte le mamme e i papà, hanno un sacco di cose da fare: impegni, lavori, responsabilità. Eppure quando quel bambino piange, o si lamenta, o ha fame, lasciano tutto per prenderlo in braccio, cullarlo, sfamarlo, anche solo guardarlo con quella tenerezza e quell’amore che quel bambino ESIGE. I bambini piangono perché ESIGONO di essere al centro dell’attenzione. Gesù è quel bambino che entra nella mia vita ed ESIGE di essere accudito e amato. E’ un fanciullo in carne e ossa: nel malato che si sta spegnendo, nella persona che mi aiuta, nel ragazzo in crisi, nel giovane impegnato, nella famiglia che ha perso un figlio, negli amici che mi sorreggono, nei vicini che si stanno separando, in chi si occupa dei poveri, nella ragazza che soffre di anoressia, nel figlio che non capisco, nel fratello con cui litigo, nel genitore con cui faccio fatica a parlare…A dirla tutta potrebbe sembrare una gran perdita di tempo tenere in braccio quel bambino, eppure, senza una spiegazione che io riesca a verbalizzare, abbracciare quel bimbo mi riempie di Gioia, mi riempie il cuore, mi fa vibrare di commozione e ansia, perché tengo in mano quanto di più delicato e fragile ci sia al mondo. Quella perdita di tempo è essenziale. Ma il bambino va 
accudito, cambiato, difeso… 
Oggi lo sguardo tenero di Maria che guarda il suo Gesù si concretizza nelle nostre azioni piccole o grandi in cui ci prendiamo cura di chi abbiamo accanto, non perché ci gratifica, ma perché è fare il Bene, che è l’unica cosa che dia un senso e un orizzonte alla nostra vita. 

L’amore a Gesù è capace di far ardere il mio cuore quando diventa amore senza calcolo per il fratello che ha bisogno. Natale è INIZIARE a dare tempo a quel fanciullo, nella preghiera e nel prendersi cura del “Gesù bambino” che ho vicino. Usciamo dalla nostra “confort zone” e iniziamo a rendere azione il vangelo che ascoltiamo. Rompiamo quel ripiegamento narcisistico, che poco centra con il cristianesimo.

Smettiamo di essere un legno bruciacchiato e diventiamo legna che arde e dà calore, un calore che dura nel tempo e non si esaurisce in pochi giorni di festa.

La comunità salesiana del Don Bosco augura a tutti un BUON NATALE VERO
Il Direttore, don Nicola Munari

 

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